Si fa presto a dire Osteoporosi

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Si fa presto a dire Osteoporosi

In questo articolo riprendo l’argomento della composizione corporea da un altro punto di vista, quello dei magri o troppo magri e lo faccio per collegarlo ad un’altra problematica metabolica: l’osteoporosi. Tutti sanno che l’osteoporosi espone al rischio di fratture pericolose (vertebrali, del femore, della spalla) e meno pericolose (polso, caviglia, costole ecc.) e che viene evidenziata dalla MOC. Per andare più direttamente al cuore del problema mi farò aiutare da un caso clinico di notevole interesse che presenterò in due o forse tre articoli.

Cos’è l’Osteoporosi?

L’osteoporosi è una condizione di fragilità ossea che può provocare fratture, dovuta ad una ridotta quantità di calcio nello scheletro a cui si può aggiungere una ridotta qualità della struttura ossea. Se il calcio è ridotto ed è anche mal distribuito la fragilità sarà grave, mentre se il poco calcio presente è ben distribuito la fragilità, e così il rischio di fratturarsi, sarà contenuto.

E’ stato deciso dall’OMS che la massa ossea (quantità di calcio) deve essere misurata con la DEXA a livello lombare e femorale con delle soglie ben precise che fanno riferimento al confronto con la popolazione giovanile (T score) o della stessa età della paziente (Z score). Quando il T score è al di sotto di -1 si dice che è presente ridotta massa ossea, mentre al di sotto di -2,5 è osteoporosi.

Cosa misura la DEXA?

La DEXA misura la quantità di calcio in un distretto osseo (femore o colonna lombare) e cioè la massa ossea ma non dice nulla di come il calcio è distribuito e quindi della effettiva fragilità. La DEXA pertanto indica il rischio di fratturarsi, ma non in maniera molto accurata. E’ come una bilancia insomma. Se mettiamo su una bilancia una persona piccola di statura questa peserà meno di una persona alta, a parità di struttura fisica. Allo stesso modo la DEXA fornisce valori di massa ossea proporzionati alla statura a parità di struttura ossea.

La MOC ad ultrasuoni del calcagno (QUS)

La QUS del calcagno stima anch’essa la massa ossea (e pertanto è simile alla DEXA), ma in aggiunta valuta la struttura microscopica dell’osso, responsabile dell’elasticità dell’osso stesso. Un osso con poco calcio, ma elastico è di buona qualità e tende a resistere ai traumi senza fratturarsi. La MOC QUS predice ottimamente il rischio di frattura; il suo principale limite è che viene eseguito sul calcagno, un osso non importante per le fratture da fragilità ossea e pertanto spesso deve essere integrato con la DEXA.

Un esempio reale il caso di B.B.

Quando l’ho visitata per la prima volta nel 2000 B.B. era disperata. Aveva eseguito una DEXA e le era stato detto che aveva una grave osteoporosi per cui avrebbe dovuto praticare un trattamento aggressivo con farmaci per proteggersi da un elevatissimo rischio di fratturarsi. B.B. aveva all’epoca 30 anni ed era (lo è anche adesso, ovviamente) alta 143 cm per un difetto dell’ormone della crescita, curato solo in parte (come il calciatore Lionel Messi). Gli specialisti di osteoporosi che ha consultato (perfino a Roma e Milano) hanno trascurato la sua altezza e si sono concentrati sulla massa ossea, che ovviamente era molto ridotta. Nei prossimi articoli vi dirò ciò che è successo (o meglio NON è successo a B.B), anticipandovi che finora è andato tutto bene (non ha avuto fratture) e che sta benissimo.

Per concludere questo articolo ricordiamoci che la diagnosi di osteoporosi è importante, ma è non così semplice come sembra. I risultati della MOC (che siano DEXA lombare e femorale o QUS del calcagno) devono essere attentamente valutati da un medico, possibilmente esperto nella valutazione e nel trattamento dell’osteoporosi.

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