Misurare l’attività fisica

Attività fisica
Raccomandazioni su movimento e attività fisica
7 Settembre 2017
Dimagrire è salva-vita
14 Novembre 2017
Mostra tutti
2

Misurare l’attività fisica

Nell’articolo precedente, ho sintetizzato le raccomandazioni su attività fisica ed esercizio (se te lo sei perso clicca qui). In questo articolo proseguo con la “lezione” sull’attività fisica affrontando un tema importante: come verificare se stiamo svolgendo abbastanza attività fisica e se la stiamo svolgendo nel modo giusto per raggiungere i nostri obiettivi.

Misurare e commisurare l’attività fisica: dal “fai da te ” al professionale

Ormai a chi mi legge dovrebbe esser chiaro come la penso (cioè come stanno le cose): l’attività fisica è importante per tutti, indipendentemente dall’età e dallo stato di salute. Tuttavia, per chi non è più giovanissimo e/o non è in perfetta salute l’attività fisica è addirittura vitale. Per questi motivi dosarla in modo appropriato (come ho spiegato nell’articolo precedente) e misurare ciò che viene effettivamente svolto è della massima importanza. Ma come farlo? Ci sono varie possibilità, vediamo un po’.

Metodi “fai da te”:

  1. Tenere un diario dell’attività fisica svolta;
  2. Registrare con lo smartphone i chilometri percorsi e la velocità del cammino/corsa.

Metodi professionali:

  1. Indossare un “Holter metabolico”, cioè uno strumento che registra h24 per alcuni giorni di seguito tutti i movimenti, classificandoli per intensità, permettendo di derivare il consumo di calorie complessivo giornaliero. Lo stesso strumento riconosce le ore di sonno e di veglia permettendo anche un giudizio sulla quantità e sulla continuità del sonno;
  2. Praticare attività fisica ed esercizio in palestra con supervisione di istruttori/personal trainer che programmano le attività da svolgere e si assicurano che queste vengano effettivamente svolte in modo corretto, sia come quantità che come tecnica di esecuzione.

Come scegliere metodo di registrazione e supervisione dell’esercizio

E’ facile comprendere che la scelta del metodo di controllo dell’esercizio fisico dipende molto dall’età, dall’esperienza sportiva e dallo stato di salute della persona.

  • Una persona giovane e con esperienza sportiva può praticare l’attività in autonomia e può scegliere a piacere la modalità di registrazione. A questo proposito consiglio a tutti e sempre di registrare in qualche modo l’attività svolta: queste registrazioni possono diventare preziose nei mesi o negli anni futuri per “ricordarsi” quale era il livello di attività in un dato periodo della vita;
  • Una persona di mezza età – dai 40 anni in su – specialmente se non ha avuto esperienze sportive, dovrebbe farsi guidare da professionisti, sia in palestra (e questo si capisce facilmente: meglio non far nulla che aggirarsi per una palestra facendo esercizi che non si conoscono, con esecuzioni spesso scorrette e serio pericolo di infortuni) che “all’aria aperta” (i benefici del cammino, per fare un esempio, dipendono dalla durata e dall’intensità, cioè dalla velocità, dalla presenza di salite ecc.; inoltre anche con il “semplice” cammino c’è pericolo di infortuni più o meno seri);
  • Una persona con problemi di sovrappeso/obesità DEVE affidarsi a professionisti per diversi motivi:
  1. Il peso eccessivo espone ad alto rischio di abbandono precoce dell’attività fisica per infortunio o semplicemente per scoraggiamento. Infatti spesso una persona con molti chili di troppo si lancia con entusiasmo nel cammino per rimanere poi bloccata per mesi da dolori, infiammazioni e quant’altro. Inoltre, un obeso che si aspetta di perdere peso velocemente (magari 5-6 chili dopo un mese di camminate) è destinato a rimanere deluso. Un giusto counselling su abbigliamento (scarpe, indumenti traspiranti), dosaggio dello sforzo ( velocità del cammino, tempo e chilometri delle sedute, gestione delle pendenze), aspettative (corrispondenza fra chilometri percorsi ed entità del dimagrimento), stagionalità (in primavera molti si sentono motivati, in estate e inverno questa motivazione “evapora” o si “raggela”) è fondamentale per mantenere queste persone in attività al di là delle prime, brillanti settimane;
  2. L’attività fisica è più faticosa per queste persone: senza incoraggiamento continuo e rinforzo della motivazione hanno un’elevata probabilità di abbandonare l’attività, vanificando tutti gli sforzi precedenti. Essere attivi per 3-4 settimane e poi sedentari per diversi mesi è assolutamente deleterio per la salute e per il morale.
  • Una persona con problemi biomeccanici per alterazioni strutturali della spina (ernie), delle ginocchia (artrosi, degenerazione dei menischi), dei piedi (problemi all’arco plantare, spina calcaneare, tendiniti), delle anche (artrosi, borsiti), deve affrontare difficoltà e disagi insormontabili senza supporto professionale; per queste persone l’attività fisica si deve svolgere prevalentemente in palestra con attenta supervisione e, in quota minore, all’aria aperta (con supervisione attentissima);
  • Una persona con malattie specifiche (cardiopatie, problemi neurologici, insufficienza cardiaca e/o respiratoria) o età avanzata (oltre 80 anni) PUO’ E DEVE comunque praticare attività fisica, in questo caso, ovviamente, in palestra e con supervisione assoluta.

 

Non resta che chiederci se stiamo svolgendo abbastanza attività fisica e se la stiamo svolgendo nel modo giusto per raggiungere i nostri obiettivi.

Leave a Reply