In un articolo precedente ho spiegato cos’è l’osteoporosi (e anche cosa non è, nei soggetti di bassa statura) e quali sono le apparecchiature comunemente utilizzate per la diagnosi – la MOC lombare e femorale e la MOC ad ultrasuoni del calcagno. Ho anche spiegato che i risultati della MOC esprimono la massa ossea, cioè la quantità di calcio presente in un determinato segmento osseo, ma devono essere interpretati da un medico competente nella materia – che può essere il medico di famiglia (se è competente) o uno specialista – per fare diagnosi di osteoporosi e decidere il trattamento corretto.
Nel presente articolo e in quelli successivi illustrerò come l’osteoporosi sia una condizione con molti fattori di rischio, molte cause, molte facce e pertanto molte modalità di trattamento.
No, non è una sola malattia, bensì un insieme di condizioni che causano fragilità e alta probabilità di fratturarsi. Tranquilli, non vi annoierò con l’elenco dei tanti tipi di osteoporosi, ma un’idea della complessità della faccenda voglio darvela.
Vi dirò dunque che quando c’è osteoporosi o ridotta massa ossea, in realtà il problema può essere nei muscoli. Infatti i muscoli avvolgono l’osso ed esercitano su esso trazioni che lo stimolano a mantenersi robusto. Se i muscoli sono deboli (per costituzione, età avanzata, sedentarietà, scarsa assunzione di proteine o, come spesso avviene, per una combinazione di queste cause) lo scheletro non viene stimolato con sufficiente energia e si atrofizza, cioè perde calcio e, quindi, massa.
La stessa cosa succede agli astronauti, che pur essendo per definizione sanissimi, sviluppano osteoporosi quando non esercitano i muscoli per molti mesi durante i viaggi nello spazio. In tutti questi casi, che sono molto, molto frequenti, rafforzare i muscoli è il rimedio più giusto, anche se richiede un po’ più di sforzo che prendere una pillola o farsi una puntura ( e lo stesso vale per gli astronauti che per evitare l’osteoporosi adesso vanno nello spazio con attrezzi speciali per esercitare i muscoli).
Come si rafforzano i muscoli, dunque? Beh, scegliersi genitori che ci facciano muscolosi non si può e neanche evitare di andare in menopausa (e andropausa) e invecchiare.
Dunque non ci resta che:
L’importanza e le implicazioni di quanto ho scritto sopra non sfuggiranno certo ai miei attenti lettori -specialmente quelli che hanno letto il mio articolo precedente: “Si fa presto a dire osteoporosi” – ma voglio ugualmente segnalarle:
In conclusione, anche se la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) dice che l’osteoporosi è una malattia metabolica dell’osso, abbiamo già esaminato due situazioni-trappola per noi medici e per il paziente con MOC bassa: la falsa osteoporosi da bassa statura (nell’articolo precedente) e l’osteoporosi da causa muscolare e non metabolica (in questo articolo). Adesso che conosciamo le trappole possiamo dedicarci alle vere osteoporosi da causa metabolica (nei prossimi articoli).
La figura illustra, meglio di tante parole, i rapporti che legano muscoli e osso. Si tratta della sezione della gamba di una donna giovane (a sn) e di una anziana (a dx). La giovane ha una muscolatura ben sviluppata (in rosso nell’immagine), l’anziana ha perso gran parte dei muscoli che ora sono circondati e infiltrati da uno spesso strato di grasso (in grigio): questi muscoli sono atrofizzati e poco funzionanti. L’osso della giovane ha uno spessore adeguato, quello della donna anziana è sottile (ha perso molto calcio negli anni) ed è ingrandito.
L’assottigliamento è dovuto alla scarsa forza stimolante che i muscoli, ora atrofizzati, esercitano sull’osso. L’ingrandimento è un provvidenziale meccanismo di compenso che mantiene la capacità di resistere ai traumi (ad es. le cadute). Quando il compenso non basta più l’osso diventa fragile e soggetto a fratturarsi con facilità. Morale: manteniamo la forza dei muscoli mentre invecchiamo e così avremo ossa robuste a prova di cadute fino a tarda età.
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